La leggenda di Yasuke: da schiavo a Samurai, portato in Giappone da un Italiano

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Non tutti sanno, che in un tempo ormai remoto, una leggenda iniziò: un Gaijin (straniero) divenne da schiavo a Samurai.

Nel 1579 uno schiavo nero africano del Mozambico approdò in Giappone, nella capitale di allora Kyoto, come servo personale del gesuita italiano Alessandro Valignano, missionario cattolico (originario di Chieti) nell’estremo oriente (India e Giappone), il suo nome pare sia stato Yasufe e non passò molto tempo dal suo arrivo a Kyoto che Oda Nobunaga volle subito incontrare questo “strano” straniero, alto un metro e ottanta e dal fisico scolpito, così nel 1951 Yasufe fu portato a Nobunaga, quest’ultimo non riuscì a credere che il colore della sua pelle fosse naturale, credendo fosse della pittura ordinò di lavarlo con forza ma con suo stupore nessun colore se ne andò via con l’acqua e il sapone.

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“Alessandro Valignano” by Reproduction in [1]. Licensed under Public Domain via Commons – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:AlessandroValignano.jpg#/media/File:AlessandroValignano.jpg

 

Nobunaga restò molto colpito dalla struttuta fisica di Yusufe, alto un metro e ottantotto e dotato di una forte muscolatura, si vociferava avesse la forza di dieci giapponesi, a quell’epoca l’altezza media dei giapponesi era di circa un metro e cinquanta e quindi non c’è da stupirsi che tutti fossero impressionati da questo straniero imponente.

Così decise di tenerlo con se come attendente e figura intimidatoria contro eventuali tentativi di assassinio alla sua persona. Col passare del tempo Nobunaga si affezionò sempre di più a Yasufe, nel frattempo chiamato Yasuke (questo non è certo, ma è solo una supposizione) e lo nominò Samurai (anche questo non è certo e non è confermato), gli fu permesso di indossare l’armatura e le spade sacre dei Samurai, un privilegio riservato solamente a chi fosse nato in  una famiglia di Samurai, per un gaijin (straniero) per giunta nero ed ex schiavo, fu un onore senza precedenti.

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Di li a poco Yasuke si trovò sui campi di guerra a combattere per il clan di Nobunaga che fu costretto al seppuku piuttosto che farsi catturare da Akechi Mitsuhide, quindi Yasuke combattè al fianco del figlio Oda Nobutada, ma dovette arrendersi alla fazione nemica.

Yasuke quindi fu mandato ad una chiesa gesuita di Kyoto e la sua storia forse finisce qui, anche se molte speculazioni sul suo conto sono state fatte, c’è chi racconta che è tornato in Africa e abbia fatto conoscere per la prima volta un vero kimono giapponese al suo popolo, c’è chi dice che sia stato mandato a Goa (un piccolo stato dell’India) e c’è chi dice che rimase in Giappone unendosi alla comunità di stranieri che stava crescendo nelle più grandi città portuali del Paese.

Mentre il capitolo finale della sua storia forse non si saprà mai, a noi piace fantasticare sulla sua figura imponente e troneggiante che svettava nei campi di battaglia sanguinari del periodo Sengoku in Giappone, Yasuke, un uomo straordinario che è diventato una leggenda: La leggenda di Yasuke: da schiavo a Samurai

 

By Mirko Zax